martedì 13 maggio 2008

Domenica 13 maggio 1888 - s. Natale arcivescovo

Domenica alzata alquanto in ritardo per salutare Piero che venne ad assorbire il caffè con noi. Andata dall'Emma presto a porgerle gli auguri e quindi Messa al Carmine. Di ritorno a casa venne la Sig.ra Veratti a tenere compagnia alla zia Marina, Capponago, Aristide ed Emma che rimasero con noi a pranzo. Questa sera non venne nessuno e fecero bene così gli ultimi momenti li passammo da soli.


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8 commenti:

Smeerch ha detto...

Ma dunque il verbo "sorbire" deriva da "assorbire"? O si tratta di un errore di Angioletta?

chiara ha detto...

Angioletta porge gli auguri a Emma forse oggi era il suo compleanno.
Sono andata a vedere il famoso numero 4 di via Torino a Milano...ma c'è l'Upim!

la duchessa ha detto...

Penso che si dicesse 'sorbire' ma forse Angioletta pensava fosse una forma dialettale, e scrive 'assorbire' che le sembra più 'italiano' (è lo stesso motivo per cui a Parma dicono 'sette' con la 'e' chiusa anche se è sbagliato, perchè in dialetto si dice 'set' con la 'e' molto aperta).

Unknown ha detto...

Fino a qualche anno fa S. Emma era il 13 maggio, quindi le ha fatto gli auguri di Buon Onomastico che, come sappiamo, era più festeggiato del compleanno.

Nocciola ha detto...

Ma chi cucina?? c'è sempre un plotone a pranzo!

la duchessa ha detto...

La servitù, of course :)

Unknown ha detto...

Molto probabile che fosse la servitù, è anche vero che Angioletta lavora molto in casa, infatti stira e a quel tempo non era certo facile con carbonella ecc.

Marco Ardemagni ha detto...

Quante belle domande oggi!
Chiaramente "sorbire" (bere) e "assorbire" (imbeversi) hanno radici comuni. Il dizionario De Mauro attesta "sorbire" come forma obsoleta per "assorbire", ma qui Angioletta usa l'esatto contrario, che sembrerebbe un errore o perlomeno una forma insolita.
Sull'onomastico di Emma, di chi dobbiamo fidarci se non della "nostra" Emma?
Chiara, hai ragione, oggi in via Torino, 4 c'è l'Upim, ma sulla storia successiva della farmacia di Giuseppe Brugnatelli torneremo in futuro.
Bella anche la domanda di nocciola: chi cucina? Che contiene anche altre domande: perché c'è sempre così tanta gente a cena? era un usanza tipica della società di quegli anni o i Brugnatelli erano un'eccezione? Anche Angioletta e familiari ogni tanto si fermano fuori a cena, ma sembra più frequente il caso contrario: ovvero che abbiano ospiti. E poi: quanto sono davvero benestanti? Ogni tanto vengono citati personaggi che sembrano far parte della servitù (Luigi e Pina), ma allora perché Angioletta passa diverse giornate a stirare? E se invece di essere persone della servitù fossero "impiegati" della farmacia, che so , fattorini? Benestanti sì, ma tanto ricchi non dovevano essere se l'unica volta che si fermano al ristorante Falcone prendono "tre acciughe" (30 aprile).
Tanto per dare un'idea sul loro livello economico: nel registro delle successioni di Milano sono registrati oltre 42.000 defunti tra il 1862 e il 1900. Lo zio della mamma di Angioletta: il rag. Carlo Bersani, morto il 12 novembre 1885 con le sue 37429,06 lire di eredità si trova in posizione 8.767 su oltre 42.000. Cioè attorno al ventesimo percentile. Ma si tratta solo dello zio della mamma di Angioletta.