giovedì 31 gennaio 2008

31 Gennajo 1888 - s. Giulio prete


Domani avremo un nuovo intervento di Angioletta, poi a partire dal 4 il diario sarà aggiornato quotidianamente e lascerò volentieri la parola a lei.
Per seguire meglio le vicende di Angioletta, oltre all'albero genealogico pubblicato il 22 Gennajo, oggi allego una mappa di Milano, con indicati i punti dove hanno vissuto Angioletta e i suoi parenti (la mappa è ricavata da una pubblicazione dell'Amministrazione Municipale di Milano: Milano nel 1906).
Un ultimo riepilogo: la diciannovenne Angioletta nel 1888 vive tranquilla in via Torino, nel pieno centro di Milano sopra la farmacia del padre e si è appena innamorata di Pietro, ma per ora lo sa solo il sig. Gadina.
Sullo sfondo, ma davvero sullo sfondo, abbiamo alcune famiglie celebri:
1) i Brugnatelli, scienziati e patrioti pavesi, non sappiamo quanto davvero imparentati con Angioletta,
2) gli Acerbi, letterati (Giuseppe) e patrioti garibaldini (Giovanni) forse parenti di Lucia, moglie dello zio Ercole, che è stato commissario in varie località e che ora è molto malandato
3) i Rainoldi, proprietari di uno dei locali più in voga fino a qualche anno prima: una enoteca salumeria in corso Vittorio Emanuele: la zia materna Annunciata è vedova del proprietario
Ma di tutto questo non c'è molta traccia nel diario di Angioletta, tutta concentrata sul suo nuovo amore per Pietro, farmacista ventisettenne originario di Miradolo, che lavora nel negozio del padre.

mercoledì 30 gennaio 2008

30 Gennajo 1888 - s. Savina matrona

Nonostante avessi letto i vari documenti relativi a Ercole Brugnatelli non mi ero mai reso conto, fino a pochi giorni di fa, di come egli si sia trovato a ricoprire il ruolo di Commissario Distrettuale nell'epicentro di uno dei più grandi conflitti del XIX secolo.
Riepiloghiamo: nel giugno del 1859 lui è I.R. Commissario a Castiglione delle Stiviere, cioè è un funzionario del Regno Lombardo-Veneto, subordinato all'Impero Austriaco.
I franco-piemontesi vincono la Battaglia di Magenta il 4 giugno 1859 e l'8 giugno entrano in Milano sfilando da Corso Sempione sotto l'Arco della Pace.
La Lombardia, parzialmente liberata dagli austriaci, inizia a essere retta, per qualche tempo, dal "Regio governo di Lombardia" diretto da un governatore piemontese Paolo Onorato Vigliani.
Ma Ercole, pur essendo originario di Corte Olona (Pavia) e quindi con la famiglia d'origine già in territorio liberato, verso metà giugno si trova, immagino con la moglie, in una parte di Lombardia orientale ancora occupata dalle truppe austriache in ritirata.
Castiglione delle Stiviere, il paese dove Ercole era Commissario distrettuale era un paese di solo 5.300 abitanti nel 1859, a pochi chilometri dal punto dove venerdì 24 giugno 1859 viene combattuta la Battaglia di Solferino e dove, dal giorno successivo sabato 25 giugno 1859, vengono portati gran parte dei feriti, come raccontavo ieri.
Ricordiamo che gli eserciti erano insolitamente rappresentati ai massimi livelli: Francesco Giuseppe per l'Austria, Napoleone III per la Francia e Vittorio Emanuele per il Regno di Sardegna.
Vinta la Battaglia di Solferino dai franco-sabaudi, tutta la Lombardia, esclusa Mantova, viene liberata dagli austriaci e successivamente consegnata alla Francia che la "gira" al Regno di Sardegna.
Qualche giorno dopo la Battaglia di Solferino il Regio Governo di Lombardia conferma Ercole nel suo ruolo di Commissario Distrettuale.
Ecco la lettera ufficiale inviata a Ercole Brugnatelli il 29 giugno 1859.

Al R. Commissario Dist.le in Castiglione delle Stiviere
Dist. Commissariato
N. 2878/13 (illeggibile) li 1.Luglio.1859

Il Regio COMMISSARIO STRAORDINARIO ALLA Intendenza Generale DELLA PROVINCIALE DI MANTOVA
Canneto, 29 giugno 1859 N.° 47
Le partecipo ch'Ella resta confermato nel suo posto di Commissario di questo Distretto di Castiglione delle Stiviere, per cui vado a chiedere senza indugio la superiore sanzione del Governo Generale di Lombardia.
Ella saprà far onore alla confidenza, di cui le dò non ordinaria prova.
Il R° Commissario Straord.rio all'Intendenza Generale alla Provincia di Mantova
Giuseppe Finzi


Il documento è pertanto firmato in originale da Giuseppe Finzi, un possidente ebreo che era stato tra i congiurati di Mantova e che era scampato al martirio di Belfiore del 1852 solo perché, saggiamente, non si era dichiarato colpevole. Condannato a una lunga pena detentiva era stato poi amnistiato nel 1856. Evidentemente col cambio di regime era stato chiamato a svolgere il ruolo di Il R° Commissario Straord.rio all'Intendenza Generale alla Provincia di Mantova. Ora anche Giovanni Acerbi, molto probabilmente parente della moglie di Ercole Brugnatelli, Lucia Acerbi, era stato tra i congiurati, e chissà che questa circostanza non abbia giocato a favore della riconferma di Brugnatelli.
Tra l'altro in tutta la vicenda della congiura di Mantova gioca un ruolo fondamentale la decrittazione di un codice segreto poi, a quanto pare, rivelato da Luigi Castellazzo, chissà che non venisse usata una tabella tipo quella pubblicata nel post di tre giorni fa, o magari quella che ho ritrovato è proprio una delle tabelle utilizzata da qualcuno dei congiurati.
Chiudo stasera con un dubbio: quali erano esattamente le mansioni di un Commissario Distrettuale nell'amministrazione del Regno Lombardo-Veneto, quale è stato Ercole Brugnatelli fino al 1859?
(aggiornamento 11 febbraio: sulla funzione del commissario distrettuale nel Regno Lombardo-Veneto ho trovato questa ottima voce tratta da Le istituzioni storiche del territorio lombardo - Civita un'iniziativa promossa dalla Regione Lombardia. Dal profilo ne emerge una sorta di mini-prefetto dei comuni piccoli (seconda e terza categoria).

martedì 29 gennaio 2008

29 Gennajo 1888 - s. Aquilino

Andiamo avanti, per il terzo giorno, con la storia di Ercole Brugnatelli, lo zio paterno di Angioletta che, tra i vari trasferimenti di carriera, nel 1859 ha la fortuna di trovarsi a essere insediato nel ruolo di Commissario Distrettuale a Castiglione delle Stiviere (Mantova), a due passi dai luoghi dove, il 24 giugno 1859, si combatte la Battaglia di Solferino che pone fine alla Seconda Guerra di Indipendenza. E' proprio a Castiglione che vengono trasportati i numerosissimi feriti (sarà da questa occasione che Henry Dunant trarrà l'ispirazione per l'istituzione della Croce Rossa, vedi il suo Un souvenir de Solferino).
Il giorno 29 giugno, cinque giorni dopo la vittoria dei franco-piemontesi, Ercole riceve una lettera dal nuovo Governo Generale di Lombardia che lo conferma nel suo ruolo: passa quindi dal ruolo di funzionario di un governo dipendente dall'Impero d'Austria al ruolo di funzionario di un Governo di una transizione che poi culminerà col Regno d'Italia.
Evidentemente anche dopo il cambio di regime, una parte (quanto grande?) del tessuto connettivo dei funzionari governativi venne mantenuta al proprio posto, così come è accaduto quasi un secolo più tardi, dopo la caduta del fascismo.
Intanto già l'8 luglio 1859 la Lombardia, Mantova esclusa, viene ceduta al Regno di Sardegna. Per i particolari sul cambio di regime in Lombardia nel 1859 si veda la voce di Wikipedia sulla Pace di Zurigo.
Circa un anno dopo la Battaglia di Solferino Ercole, sempre nel suo ruolo di Commissario Distrettuale, riceve una lettera del priore Giuseppe Mondelli, un religioso di Goito. Una lettera che rievoca sia la concessione dello Statuto Albertino nel 1847, sia la stessa Battaglia di Solferino. Si tratta di una richiesta di raccomandazione del religioso che, a quanto risulta dalla lettera, pur essendo inizialmente di simpatie savoiarde, si era successivamente compromesso con gli austriaci nel 1859 alla vigilia della Battaglia di Solferino, e ora chiede al commissario di intercedere per lui presso l'intendente Maury.

Pregiatissimo Signor Commissario, mio buon Amico!
Ella sà quanto bene io Le voglia, perché nel tempo in cui fù commissario in questo Distretto, io trovai sempre in Lei un amico, un uomo dabbene, un galantuomo; ed io credo averle dato prove non dubbie della mia sincera amicizia, ond'ella abbia a ritenermi non indegno di Sua benevolenza.
Ma io le voglio sì gran bene, ed Ella non si ricorda mai di me? Non le rincresca questo mio rimprovero, perché sa quanto io sia sincero con tutti e specialmente con gli amici. Godo qualche favore in società, perché non mentisco mai: Quia, coll'Apostolo Paolo, non mentior!...
Io potrei esser ricco, ma avendo voluto dir sempre la verità sono poveretto: aliquando veritas odinni pavit. Ora io vengo a Lei, e La prego di un gran piacere, che spero non mi sarà negato dalla sperimentata sua bontà ed amicizia. Ella sà quanto io ho patito e sofferto sotto l'Austriaca dominazione; e come per tre volte fui chiamato a Verona al Ministero Radetzchi per un saluto da me stampato nel 1848.in lode del magnanimo re Carlo Alberto; e come dall'Austria mi fu strappata dal capo la Mitra e delle mani il Pastorale della Chiesa di Asola: Mitra e Pastorale che avevo io con tanto mio proprio dispendio procurato da Roma a quel popolo devoto, e religioso: dunque ho diritto d'essere creduto, se mi lamento dell'Austria.
Ora per venire alle corte Le dico, che avendo io pensato alla solennità dello statuto che Re Carlo Alberto diede nel 1847.al Piemonte, e che si deve trà noi celebrare col giorno 10. Maggio p.v.; ho preparata per tal giorno una Iscrizione, che essendo capitata nelle mani d'un mio amico ha voluto onorarla più di quello che assolutamente non merita, ed ora si trova nelle mani di tutti, e per la festa mi converrà farne un altra, perché questa è già fatta pubblica prima della solennità. Mando a Lei la detta Iscrizione, con un mio Articolo sul Comunismo confutato dal Vangelo, perché dopo di averli letti, voglia avere la bontà di farli leggere all'Illustrissimo nostro Signor Intendente Maury, che mi si dice essere uomo chiaro per la luce dello ingegno e per bontà di cuore, onde veda di che colore io mi sono; e quali sieno le mie simpatie per la causa Italiana.
Vorrei ch'Ella vi aggiungesse qualche parola di raccomandazione della povera mia persona a cotest'Inclito Magistrato perché col mezzo suo io potessi essere fatto conoscere al Migliore dei Re, al Magnanimo nostro Vittorio Emanuele II°, siccome non indegno del Regal suo Patrocinio, onde potessi conseguirne qualche suffragio, avendo io sacrificato tutto il mio nel mese di giugno dell'anno passato, per salvare il mio caro Popolo dalla barbarie e dalla crudeltà degli Austriaci soldati, quando, prima della battaglia di Solferino, cinquanta o sessantamila stanziavano a queste sponde bisognosi di tutto e tutto esigendo colla prepotenza del cannone e della mitraglia.
Mi riverisca l'Ottima sua Signora Consorte, e mi creda, Egregio Commissario, con sensi di alta stima e di sincero attaccamento.

Goito, 26.Aprile 1860

P.S. Io non sò quando sia stato dato lo Statuto, mi pare col 10 settembre 1847, ma temo di sbagliare.

Devotissimo Oss.mo Servo
Priore Mondelli Giuseppe

Ad alcuni Principi e Sovrani
Non basta lungo corso di vita
Per acquistarsi fama ed onori
Anzi talvolta in un momento solo
Si rendono odiosi a tutto il mondo
Al Magnanimo Re Carlo Alberto
Padre Augusto dell'amato nostro Sire
Bastò un giorno solo per rendersi immortale
Per acquistarsi le benedizioni
Di tutte le genti incivilite
E questo fù il dì 10. Settembre 1847
In cui diede lo Statuto al suo Popolo
Che oggi celebriamo con tanta gioja
E letizia nei nostri cuori
Il Sovrano Austriaco
Non seppe mai trovare sì bel giorno!

ovvero
Il Sovrano Austriaco
né i Principi a lui soggetti
Non seppe mai trovare sì bel giorno!


Questo il tenore della richiesta di raccomandazione del priore Mondelli. Parrebbe la perorazione di un uomo misero che, quando le sorti della Prima Guerra di Indipendenza (1848) volgono a favore del Piemonte si espone a favore di Carlo Alberto, salvo poi pentirsene e tornare ad aiutare gli austriaci (lui dice per salvare il suo popolo, sotto la minaccia del cannone e della mitraglia, ma vai a sapere...) infine chiede nuovamente di tornare nelle grazie dei franco-piemontesi, scrivendo dei versi oggettivamente penosi.
Certo non doveva essere facile vivere nei pressi del quadrilatero veronese nel bel mezzo di risorgimento dove le sorti delle guerre di indipendenza segnavano e spostavano i confini, dove le congiure e i tradimenti erano all'ordine del giorno (vedi la storia dei martiri di Belfiore del 1852), ma non sembra che questo priore Mondelli si distingua per un particolare senso della dignità.

lunedì 28 gennaio 2008

28 Gennajo 1888 - s. Cirillo abate


Raccontavo ieri del Cav. Ercole Brugnatelli, zio paterno di Angioletta e della sua carriera (tra il 1840 e il 1878) come funzionario dei vari distretti del Regno Lombardo-Veneto prima e Ministero degli Interni del Regno d'Italia poi.
E' - immagino - nella sua permanenza a Castel Goffredo nel 1845 o a Castiglione delle Stiviere nel 1856-62 che Ercole incontra Lucia Acerbi di Castel Goffredo, quasi certamente parente di Giuseppe Acerbi, (a lungo direttore della Biblioteca Italiana, ma anche esploratore, musicista e archeologo), e del nipote di Giuseppe, Giovanni Acerbi, che fu tra i patrioti mantovani del 1850, scampò al martirio di Belfiore, fu poi tesoriere di Giuseppe Garibaldi nell'impresa dei Mille e generale nelle successive campagne, infine deputato del Regno, a Firenze, dove morì nel 1869 a soli 44 anni.
Che Lucia fosse parente di Giovanni Acerbi lo intuisco per aver trovato diverso materiale relativo agli Acerbi più illustri nello scatolone, tutto materiale probabilmente appartenuto, prima di pervenire ad Angioletta, alla cugina Emma Brugnatelli, figlia di Ercole e Lucia Acerbi.
In particolare due opuscoli celebrativi la morte, nel 1866, di un altro generale garibaldino: Giovanni Chiassi ("In morte del prode colonnello Ingegnere Giovanni Chiassi" di Girolamo Lorenzi e "In morte del colonnello Cav. Giovanni Chiassi" di Malvina Maifreni) e, in doppia copia, un libretto "A Giovanni Acerbi" di P.S. Verdi (il noto pubblicista Paride Suzzara Verdi - detto il Sordello) con trascritta (da chi? la scrittura non è quella di Garibaldi) una frase di condoglianze per la morte di Giovanni Acerbi da parte di Garibaldi.
E poi altri ritagli di giornale relativi alla morte del figlio di Giovanni Acerbi, Mario, avvenuta sempre a Castel Goffredo nel 1905.
Non avrebbe senso tanto accanimento per un semplice omonimo, sia pure compaesano.

Va detto che gli stessi Acerbi non avevano idee simili in politica: filo-austriaco Giuseppe Acerbi (che però muore nel 1846), patriota, garibaldino e di sinistra il nipote Giovanni.

Quindi abbiamo un funzionario governativo, Ercole, che sposa la parente di un pericoloso sovversivo che poi diventerà garibaldino e poi parlamentare della sinistra: ci sarebbe da indagare.
Tra l'altro ci sarebbe da indagare anche sulla stessa morte di Giovanni Acerbi avvenuta a Firenze il 4.9.1869. Sì perché l'on. Acerbi muore per essere stato colpito dallo sportello aperto di una carrozza! Strano, vero?
E proprio nel 1869 si incrociano due giganteschi scandali: quello della Manifattura Tabacchi (si parla persino di tangenti al re) e l'oscuro tentativo di assassinio prima e di diffamazione poi dell'on. Lobbia, della sinistra, un parlamentare che era stato tra i più solerti a denunciare lo scandalo dei Tabacchi. Tra l'altro il tentativo di assassinio si verifica proprio alla vigilia della discussione in commissione dello scandalo Tabacchi. Approfondiremo. .

Tra i documenti di Ercole poi ne troviamo tre davvero particolari:
- La trascrizione di un discorso di Napoleone III ai francesi;
- Una lettera di richiesta di raccomandazione del priore Giuseppe Mondelli datata Goito 26/4/1860 con allegata una poesia inneggiante a Carlo Alberto (probabilmente il priore, visto il cambio di regime, cercava di accreditarsi verso il commissario prefettizio come non-austriacante);
- E infine una stranissima tabella (vedi figura), che nella mia fervida immaginazione mi sono figurato essere un tavoliere per la decrittazione di messaggi in codice. Ma se questo è il caso, messaggi di chi? Messaggi governativi, del ministero degli interni? O magari messaggi dei cospiratori?

Ed Ercole Brugnatelli con chi stava? Era amico dei patrioti cospiratori come la parentela molto probabile con Giovanni Acerbi e la lettera del priore possono indurci a pensare o un rigido funzionario filo-governativo (prima per gli austriaci e poi per i piemontesi-italiani), magari addirittura un uomo dei servizi segreti?

C'è davvero molto su cui indagare.
Ma soprattutto: a cosa serviva la tabella pubblicata nella foto?

domenica 27 gennaio 2008

27 Gennajo 1888 - s. Gio. Crisostomo

C'è un'altro nucleo familiare che sarà nominato frequentemente nel diario di Angioletta e di cui non ho ancora detto nulla: si tratta dalla famiglia costituita dallo zio paterno Ercole Brugnatelli, da sua moglie Lucia Acerbi e dalla figlia Emma, cugina di Angioletta. Nel 1888 i tre abitano in via Ciovassino 1, molto vicino all'Accademia di Brera.
Dello scatolone con quasi 150 documenti che ho ritrovato, 46 sono quelli appartenuti a Ercole Brugnatelli o a sua figlia Emma. Una buona parte di questi sono documenti di servizio che contrappuntano la carriera di Ercole come commissario prefettizio: provengono tutti evidentemente da uno stesso faldone, perché i singoli documenti sono indicati come all. 1, all. 2 ecc.: probabilmente restituiti a Ercole quando lascia il servizio.
Ecco in breve una ricostruzione della carriera: è un po' noiosa da seguire, ma può essere interessante valutarne gli scatti di carriera e di stipendio e i relativi trasferimenti sul territorio.
Nel 1840 Ercole, a circa 22 anni, viene ammesso al tirocino, nel 1843 supera gli esami di abilitazione e nel 1845 viene nominato Aggiunto Commissario Distrettuale con destinazione al Distretto di Castelgoffredo (Mn). Troviamo una richiesta di trasferimento a Carate (Mi) nel 1845, poi una nomina a Comm. Distrettuale e destinazione Ponte (So) nel 1850. Una richiesta trasferimento Castiglione (Mn) del 1856 viene accolta. Nel 1862 viene nominato Segretario di prefettura di 1a classe con stipendio di 3000£ annue e viene destinato alla prefettura di Napoli. Trasferito a Como nel 1865, poi nominato di 3a classe a Treviso nel 1866.
Poi ancora reggente Sottoprefetto di 2a classe (1870) destinato a Cerreto Sannita.
Nominato ufficiale con stipendio di £3900. Nel 1871 è nominato Consigliere di 2a Classe Amministrazione Provinciale, con stipendio di £4000, destinato alla Prefettura di Foggia dove viene trasferito stabilmente nel 1874. Nel 1877 troviamo un trasferimento del Cav. E. B. alla Prefettura di Padova (nel frattempo Ercole era stato nominato cavaliere).
Nel 1877 il Cav. Dott. E.B. è Consigliere di 3a classe mantenuto onorificamente nella 2a alla quale cessa di appartenere nella 1a categoria dell'Amministrazione Provinciale £4500. Infine nel 1878 (a 60 anni) è promosso alla 2a classe con stipendio di £5000.
E' probabilmente durante le sue permanenze lavorative in provincia di Mantova che Ercole conosce sua moglie Lucia Acerbi, ma di questo parlerò domani.

sabato 26 gennaio 2008

26 Gennajo 1888 - s. Paola Matrona

Nel famoso scatolone dei circa 150 documenti d'epoca ce ne sono diversi riferiti a persone che non sono riuscito a ricondurre alla struttura familiare.
Uno di questi è un foglio di dimensioni del tutto simili a un attuale A4 (che fosse in voga anche allora? indagheremo) che riporta una - non indimenticabile - poesia celebrativa della laurea di Pasquale Brugnatelli, redatta dall'amico G. C. sul metro del cinque maggio manzoniano.
Anche se si tratta di un Brugnatelli, chi fosse esattamente questo Pasquale non è dato di sapere, non ancora perlomeno, ma come età, visto che si laurea nel 1840 potrebbe essere uno zio paterno di Angioletta.

ADDOTTORANDOSI IN MEDICINA
L'OTTIMO GIOVINE
PASQUALE BRUGNATELLI
FANTASIA
Non io d'applausi cupido
Per te sollevo il canto;
Ora è di gaudio, un tenero
Pensier mi sfiora al pianto
A lari suoi mi guidano
Ingenuo core e fè.
Quai, che li detti il Genio
I non veduti carmi
Non cerchin la memoria
Sculti in perenni marmi,
Ma vivano pur' umili
Purchè sian cari a tè.
Oggi l'allor, ch'è premio
Al superato agone,
Fra lusinghieri eloquii
Sul crine a te si pone,
Mentre più lieto a sorgere
Per te incomincia il sol.
Sorgi alla gloria, ai palpiti
Del più gentile affetto,
Il cor ti scaldi, t'animi
Bella virtude il petto,
Nè tristi ore ti numeri
Affanno mai nè duol. -
Santo è l'amor di figlio
che in noi scolpì natura:
Infelice! cui l'anima
Callo di vizio indura -
La rozza orgia del secolo
Inaridisce il cor.
Beato è ben chi assiduo
All'infallibil segno,
Fra veglie aspre inamabili
Scorse il potente ingegno,
E disdegnò le lubriche
Vie d'un funesto error.
Ecco la madre il cupido
Sguardo sul figlio or posa
E al sen lo stringe, ed avida
Sulle gote amorosa
Gli stampa un bacio e il gaudio
Reprimere non sa.
Beata oh! la pia lagrima
Non scenda inavvertita,
Nè in duol giammai convertasi
Quest'ora di sua vita
Ma sia felice augurio
A più serena età. -
Tal sulle corde il cantico
Spirasti al fido amico,
Memore ognor dei placidi
Giorni e del tempo antico
Voto e sospir non ultimo
Del più verace Amor.
Non isdegnarlo; è vergine
D'ogni profana ebbrezza,
D'infamie altri contamini
Dell'arpe la dolcezza
Non io, che al ver sublimasi
Chi non ha servo il cor.

In attestato della più viva congratulazione
L'amico G.C.

Pavia, 1840, Tip. Fusi e C.
Con un po' di fortuna poi sono riuscito a trovare in rete, grazie a Google Books, anche il titolo della tesi del buon Pasquale: "De Dentitione, ejusque phoenomenis" sempre edita dalla stessa tipografia Fusi

venerdì 25 gennaio 2008

25 Gennajo 1888 - Convers. di S. Paolo

C'è una persona che abbiamo lasciato un po' in disparte: è Pietro, il fidanzato di Angioletta. Cosa sappiamo di lui?
Intanto che è anche lui farmacista: lavora nel negozio del papà di Angioletta. Non sappiamo dove Pietro alloggi nella sua permanenza milanese, probabilmente sta in affitto non lontano dal negozio di via Torino. Ma sappiamo che nel 1888 i suoi genitori vivono a Miradolo, in provincia di Pavia, dove Pietro è nato il 7 aprile 1861.
Pietro ha molti fratelli, non sappiamo esattamente quanti, ma almeno due tra i suoi fratelli sono sacerdoti. Il padre, Giuseppe del fu Giovanni, è un fittavolo: cioè un contadino che affittava per un anno uno o più appezzamenti di terreno da un possidente e li conduce pagando un fitto. Tipicamente la scadenza dell'affitto avveniva il giorno di S.Martino, l'11 di novembre a stagione agricola finita, giorno in cui questi fittavoli si spostavano e che ancora oggi è tradizionalmente legato ai traslochi. Questa forma di "microimprenditoria agricola" si contrappone nel tempi e nei luoghi alla mezzadria, dove la quota parte da corrispondere al proprietario del terreno era legata al raccolto, mentre il fittavolo si assumeva interamente il rischio "d'impresa".
"Durante l'anno e dieci mesi passati sotto le armi ha servito con onore" così recita il congedo dal Regio Esercito italiano rilasciato a Genova il 25 ottobre 1883 dove Pietro è stato Caporale aiutante della 8a compagnia di Sanità Militare.
Ne approfittiamo per apprendere anche che è alto 1,74 che ha i capelli neri e ondati (sic), gli occhi castani, il colorito roseo, la dentatura sana, la fronte giusta, il naso aquilino, la bocca, il mento ed il viso giusti. La professione è quella di studente (siamo ancora nel 1883). Pietro sa scrivere e leggere.
Sappiamo che per tornare da Genova a Pavia, in ferrovia, terza classe, ha speso 1,65 lire. La sua dotazione militare comprendeva: asciugatoi 1, berretto di fatica 1, borraccia con coreggia 1, cappotto, mantellina o pastrano 1, chepì, cappello, elmo o colbacco 1, farsetto 1, gavetta 1, giubba di panno 1, giubba di tela 1, pantaloni di panno 1, pantaloni di tela 1, tasca da pane con coreggia 1, uose 2, zaino o valigia 1. Non erano previsti invece speroni e telo da tenda ed accessori.

giovedì 24 gennaio 2008

24 Gennajo 1888 - s. Babila

In questa storia le coincidenze sono molte. Una delle più curiose è questa: Annunciata Morosini, la bisnonna di Angioletta (l'albero è pubblicato sul post del 22 Gennajo), abitava nella stessa casa dove veniva stampata una delle due guide annuali di Milano (che ho già segnalato precedentemente) su cui possono trovarsi tante indicazioni utili sulla Milano del XIX secolo, e che adesso si trovano online sull'Emeroteca Braidense. In particolare l'Almanacco del Commercio dell'editore Visaj.
Cliccando sul nome dell'Almanacco (e installando il plugin se non lo si è già fatto) si nota già sulla prima pagina che l'indirizzo dell'editore era Contrada tre Re, scorrendo fino a pag. 272 della numerazione originale si vede che Visaj stava al civico 4103 (che era anche quello di Annunciata Morosini). Un civico alto, ma non occorre spaventarsi, i numeri non ripartivano da 1 a ogni cambio di via, erano a incremento per tutta la città.
L'almanacco è del 1836: Contrada dei tre Re, poi diventerà Contrada dei tre Alberghi, poi via Tre Alberghi, poi sparirà del tutto quando vennero abbattuti un po' di edifici per creare l'attuale Piazza Diaz.
Contrada dei tre Re andava grosso modo dall'attuale via Larga all'attuale via Mazzini tagliando via Paolo da Cannobio. Ma ancora prima di chiamarsi "dei tre alberghi" sulla via si affacciano importanti alberghi, frequentati anche dai diplomatici dell'epoca.
Annunciata, nata a Lodi, abita nella stessa casa dell'editore (nella via degli alberghi) fa la cucitrice e un giorno di agosto del 1835 muore a 58 anni per un colpo apoplettico. Dei nove figli che ha avuto da Gio. Battista Bersani, tre sono già morti.Una delle figlie di Annunciata, Luigia, che diventerà poi la nonna di Angioletta, riceve, qualche giorno dopo, un "atto giudiz." d'ufficio (che ho trovato tra le carte).
Sul retro c'è scritto solo a Luigia Bersani c.da dei tre re N.4103 (questo indirizzo mi ha fatto penare, ma grossa soddisfazione quando sono riuscito a decifrarlo) poi 28.8bre 1835 e una firma illeggibile. Dall'altra parte quanto segue:

Al N 28055
Decreto
Dall'I.R. Tribunale di prima Istanza Milano si aggiudica l'eredità abbandonata dalla fu Annunciata Morosini mancata ai vivi il g.no 18.Agosto p°p° sebza testamento a favore, ed in parti eguali tra i di lei superstiti figli Rosa Bersani maritata Pedroni, Luigia Bersani, Chiara Bersani, Carlo Bersani, tutti d'età maggiore e Giuseppe e Maria Bersani, quest'ultimi due d'eta minorile il loro padre Gio. Batta, e per la detta Chiara il di lei procuratore Francesco Calderara, Carlo Bersani tanto per il proprio interesse, quanto per quello delle due sorelle Luigia e Rosa da lui med.° rappresentate, e tutti ugualmente col beneficio dell'inventario, e quindi per una sesta parte per ciascuno dei nominati figli della defunta, salvo l'usufrutto competenza al vedovo detto Gio. Batta Bersani ai sensi del N.757 del Codice Civile Universale.
In tal modo si dichiara ultimata la ventilazione di tale eredità in base al relativo protocollo 4.7mbre p° p° al N.24766 e sciolto il giustiziale suggello.
Il presente si intimi ai (ill.) aggiudicatari (ill.) norma.
Milano, dall'I.R. Trib. Civ. di prima Istanza 16 7.bre 1835
Il presidente
Antonio de Mildenhoff


Ora andando a vedere nuovamente l'Almanacco del Commercio di Milano e scorrendolo sino a pagina 115 (numerazione dell'originale) o 65 (della copia elettronica) arriviamo fino all'Imperial Regio Tribunale di Prima Istanza dove si trova il nome del nobile dott. sig. Antonio de Mildenhoff, c. di Brera 2329. Lo stesso che aveva firmato il documento di cui sopra. Sì perché su queste guide tutti gli ufficiali pubblici, dal Presidente del tribunale all'ultimo degli uscieri erano indicati per nome, cognome e indirizzo di casa, alla faccia della privacy. Nella guida si trovano tutti i funzionari pubblici di Milano dell'epoca: consiglieri comunali, professori, spazzini, direttori del lotto, delle poste, i responsabili dell'osservatorio astronomico. E poi nella seconda parte negozianti, commercianti e professionisti di qualsiasi tipo, ma di questi troviamo solo l'indirizzo del negozio o dello studio, sempreché non fosse lo stesso.

mercoledì 23 gennaio 2008

23 Gennajo 1888 - Sposalizio di M. V.

Non sono mai riuscito a trovare un rapporto diretto tra la famiglia Brugnatelli di Angioletta, che sembra originaria di Corteolona in provincia di Pavia (lo zio Ercole nasce lì, mentre il padre di Angioletta nasce proprio a Pavia) e un altra famiglia Brugnatelli di Pavia (ma pare originari di Sairano) il cui personaggio più celebre è stato Luigi Valentino Brugnatelli (Pavia, 14 febbraio 1761 – Pavia, 24 ottobre 1818) scienziato, chimico e inventore della galvanoplastica e amico personale di Alessandro Volta. Però tra i 150 documenti rintracciati nel cassetto, assieme col diario, c'era anche la stampa certamente antica di un ritratto di Luigi Valentino Brugnatelli. Che fosse lì solo per omonimia? Strano. Da Luigi Valentino, lo scienziato, poi discese Gaspare, chimico e divulgatore scientifico, a sua volta padre di Tullio che fu rettore a Pavia e poi Sindaco di Pavia, a sua volta padre di Luigi, mineralologo, che diede il nome a un minerale: la brugnatellite. Una bella genia di scienziati, tutti legati all'Università di Pavia, ma cosa c'entrano con i nostri? Tutto da indagare. Tra l'altro è abbastanza curioso che il padre di Angioletta, Giuseppe, fosse un chimico farmacista, che è proprio l'ambito di ricerche di Gaspare Brugnatelli, sia pure a livelli diversi. Ancora oggi c'è una farmacia Brugnatelli a Chignolo Po, sempre nell'area del pavese, anzi in uno dei posti dove Angioletta, nel diario, dirà di avere degli zii. Un altra farmacia Brugnatelli è a Mediglia: anni fa chiamai il proprietario, il dr. Filippo, che era stato segnalato da un quotidiano come uno dei gestori di farmacia più anziani, ma risultò che non conosceva nessuno dei Brugnatelli della famiglia di Angioletta.
Tra i documenti che ho ritrovato tra le carte di Angioletta, oltre al ritratto di Luigi Valentino, c'era anche una poesia scherzosa per la laurea in medicina, a Pavia nel 1840, di Pasquale Brugnatelli del quale fino all'8 maggio 2022 non avevo trovato alcun legame né con i Brugnatelli più famosi, né con la famiglia di Angioletta. Finalmente la ricchezza della rete ci ha restituito qualche certezza. Pasquale Brugnatelli era il primo figlio di Luigi Brugnatelli e Angela Discacciati, quindi fratello di Giuseppe, il padre di Angioletta e pertanto zio di quest'ultima. Laureatosi in medicina e chirurgia all'università di Pavia nell'agosto del 1840 con una tesi dal titolo "De dentitione, eiusque phaenomenis", il dr. Pasquale Brugnatelli, di Corte Olona, sarebbe morto, a soli 26 anni, il 7 giugno 1843, come riportato nel necrologio della Gazzetta della provincia di Pavia di sabbato (sic) 24 giugno 1843. 

martedì 22 gennaio 2008

22 Gennajo 1888 - s. Vincenzo



Per aiutare a seguire il racconto delle vicende di Angioletta, oggi pubblico il suo albero genealogico. A partire da Annunciata Morosini, morta nel 1835, su cui scriverò qualcosa domani o dopodomani. Per vedere l'immagine ingrandita occorre cliccare su quella più piccola.

L'albero genealogico di Pietro


Questo è l'albero genealogico di Pietro Ardemagni, il fidanzato di Angioletta. La sua famiglia, (originaria di Chignolo Po), all'epoca dei fatti, nel 1888, risiede stabilmente, da un paio di generazioni, nel vicino paese di Miradolo Terme, sempre in provincia di Pavia.

L'albero genealogico di Angioletta (Angela Brugnatelli) si può invece trovare qui.

lunedì 21 gennaio 2008

21 Gennajo 1888 - s. Agnese vergine

Ieri il secondo aggiornamento di Angioletta che per scrivere ha utilizzato sia lo spazio sull'agenda del 20 che quello del 21 gennaio, come se sapesse che non avrebbe scritto nulla il giorno dopo. Da qui il sospetto che la prima nota dell'11, questa del 20, e anche le prossime del 1, 4 e 5 febbraio siano state scritte successivamente, ricordandosi quello che era successo. E che l'aggiornamento costante del diario sia partito il 6 febbraio 1888 dove, non a caso, troveremo la scritta "Giorno I".
Ma vediamo chi era il sig. Gadina citato ieri come "testimonio" dei baci tra Angioletta e Pietro. In un documento trovo che il sig. Gadina si era già presentato come testimone, ma in questo caso in senso strettamente legale, per la madre di Angioletta, in un atto di notorietà del 13 dicembre 1885 presso la pretura di Milano, sempre per le pratiche relative all'eredità del Rag. Carlo Bersani. Il signor Gadina viene qui descritto come Gadina Algeri di Gaudenzio di anni 30, nato a Vercelli domiciliato in Milano, Via S. Maria alla Porta N° 9 Possidente. Un amico di famiglia, quindi, un possidente di origine vercellese, che al momento del diario ha 32 anni, mentre Angioletta ne ha 19 e Pietro, il suo fidanzato, ne deve ancora compiere 27.

domenica 20 gennaio 2008

Venerdì 20 gennajo 1888 - s. Sebastiano martire

Per me questa sera fu una delle più belle della mia vita. L'essere compresi da una persona che si adora il sentirsi profferire parole dolci d'affetto, come l'animo esulta, la poesia si risveglia e l'affezione raddoppia sempre più, in questi momenti di espansione. Testimonio pure il Signor Gadina. Ritornati a casa dal ballo ci facemmo un bacio suggello della promessa che ci siamo dati. Che momenti sublimi ed incancellabili sono questi, peccato che non durino sino all'eternità


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Persone: Pietro, Gadina

sabato 19 gennaio 2008

19 Gennajo 1888 - s. Bassano

Domani avremo il secondo intervento di Angioletta, quindi potrò stare un po' zitto e lasciare parlare lei. Ma non è colpa mia se lei non ha scritto nulla dall'11 al 19 gennaio 1888!
Oggi vorrei raccontarvi di come ho scoperto qualcosa sulla sua zia materna Annunciata Pertusi, quella che veniva descritta come vedova Rainoldi del testamento del rag. Carlo Bersani. Chi non ama questo genere di cose può tranquillamente saltare questa ricerca e aspettare il post del 20 Gennajo, gli altri possono utilmente prendere carta e penna per seguire i nomi, le date e i rispettivi arzigogoli.
Riepiloghiamo: dal testamento del rag. Carlo Bersani (fratello di Luigia Bersani, nonna materna di Angioletta, morto nel 1885 tre anni prima del diario di Angioletta) apprendiamo che sono tre le sorelle Pertusi: Carolina la mamma di Angioletta, Annunciata vedova Rainoldi e Chiara (tutte nate intorno al 1840, grosso modo).
Inizio a indagare sulle sorelle Pertusi e parto dal Registro delle Successioni sul sito dell'archivio di stato di Milano per vedere se c'è qualche Pertusi morto a Milano dal 1862 al 1900 (il periodo coperto dal registro online) e scopro che in quel periodo sono morti solo due Pertusi, tra cui un Davide, il cui nome coincide con quello del padre delle tre sorelle. Cominciamo bene.
All'Archivio di Stato di Milano (vado di persona in via Senato) trovo una prima conferma: scopro che è stata una Chiara Pertusi, "dimorante" in C.so Vittorio Emanuele, 32 a denunciare la morte del padre "Davide Pertusi, fu Carlo via S.Antonio n.4 nella terza stanzetta verso corte ad uso di stanza da letto" avvenuta il 15/10/1872. Coincidono nome del padre e della figlia. E' lui.
Mi metto in cerca sulla Guida di Milano per l'anno 1888, sfruttando l'indice dei nomi a pagina 1350, se a Milano ci sono attività a nome Pertusi (non trovo niente), Brugnatelli (trovo la farmacia del padre di Angioletta) o Rainoldi (visto che Annunciata è vedova Rainoldi)... e qui trovo una ditta Rainoldi citata sia come salumeria e vini di lusso che come ristorante, in via S. Margherita 12.
Vado a ritroso negli anni, con le varie edizioni della guida, e trovo addirittura già dal 1839 una Rainoldi Agostino e Gio. padre e figlio, traff. in salumi, vini di lusso, commestibili, ec., ec., corso Francesco 580 (il vecchio nome di Corso Vittorio Emanuele, che prima ancora si chiamava Corsia dei Servi). Menzionati anche a pag. 762 di un volume del 1840 come Rainoldi Agostino e Giovanni (padre e figlio) salumieri, con magazzino gastronomico.
Per farla breve: c'è un enoteca-salumeria Rainoldi Giovanni e Agostino in Corso Francesco, che poi diventa solo "Rainoldi Gio. di Agostino" nel 1845 (evidentemente il padre è morto). Poi la via diventa Corso Vittorio Emanuele, poi Agostino muore e resta la ditta.
Quindi abbiamo tre sorelle: una è Carolina la mamma di Angioletta, signora Brugnatelli, una è Annunciata vedova Rainoldi e una è Chiara che abita in C.so Vittorio Emanuele, 32. Ma, questo non è lo stesso indirizzo della salumeria enoteca Rainoldi, quindi ipoteticamente di suo cognato?
Una strana coincidenza. Manca però una conferma definitiva.
Questa la trovo sul sito dell'
Archivio centrale dello stato - Brevetti e Marchi: dove rinvengo la registrazione del deposito di un brevetto del 1879

Fascicolo 656
Data Deposito 31/07/1879
Titolare Ditta Agostino Rainoldi
Mandatario Annunciata Dertusi (sic) ved. Raimoldi (sic) in proprio e quale rappresentante dei minori suoi figli Maddalena, Carlotta, Giovanni ed Alberto
Città Milano
(...)
Descrizione:
Etichetta rettangolare a fondo celeste con in alto l'impronta di due medaglie e lo stemma della Casa Reale d'Italia e sotto le parole Provveditore della Casa Reale. Calamo amaro digestivo specialità di Agostino Raimoldi Milano ed in senso trasversale il fax simile della firma Agostino Raimoldi. Detto marchio verrà applicato sulle bottiglie contenenti il liquore calamo di sua fabbricazione di cui intende fare commercio in Italia.




Quindi mentre Carolina sposa il farmacista Giuseppe Brugnatelli, e sta in via Torino 4, Annunciata sposa Agostino, il produttore di amari, gestore dell'enoteca in C.so Vittorio Emanuele 32 (che è poi anche l'indirizzo della terza sorella Chiara). Nel 1879, al momento del deposito del brevetto, Annunciata è già vedova con quattro figli. La ditta Rainoldi poi si trasferirà in via S.Margherita 12 attorno al 1885.
Nel diario di Angioletta non troveremo alcun riferimento a queste zie materne, che pure vivevano molto vicino, a poche centinaia di metri. E nemmeno alla salumeria-enoteca.
Eppure l'enoteca Rainoldi era molto in voga nella seconda metà dell'ottocento. Ne parla persino Paolo Valera nel suo "Milano sconosciuta" (pubblicato per la prima volta nel 1870 e poi arricchito fino alla morte dell'autore nel 1926).
"Erano i tempi della signorilità meneghina. C'era sindaco Belinzaghi, un omino elegante in tuba, conosciuto come la betonica, che si metteva in circolazione tra le cinque e le sei per l'aperitivo dal Rainoldi, il salumiere di lusso del bottegone sul Corso Vittorio Emanuele. Era la buvette del patriziato moribondo. Vi si affollava sul marciapiede tutto ciò che c'era di signorile come in una vetrina. La vendita dei fiori era privilegio della Teresina, una bella ragazza formosa dai capelli neri bipartiti, con trecce meravigliosamente attorcigliate alla nuca. Ella era venuta dalla campagna con un canestro di viole ed era cresciuta tra i signori delle massime buvettes dei massimi restaurants e di massimi teatri. È finita a Genova con molti biglietti da mille e con lo sfregio alla guancia inflittole da un'ordinanza di un volontario mascalzone.
Dal Rainoldi si vedeva pure alla stessa ora in mezzo alla consorteria il Leone Fortis, il noto autore delle conversazioni che riversava nella Illuminazione Italiana del Treves. Egli era il direttore del Pungolo, un quotidiano sempre in bolletta, sempre in giro fra i signori con la tuba in mano"

Per oggi davvero basta. Domani meno e meglio.

venerdì 18 gennaio 2008

18 Gennajo 1888 - Cattedra di s. Pietro


Ecco una foto di Angioletta, scattata circa quindici anni dopo la pubblicazione del suo diario. Ho corretto solo una piccola macchia della carta sotto il suo occhio sinistro.

giovedì 17 gennaio 2008

17 Gennajo 1888 - s. Antonio abate

Carolina Pertusi, la mamma di Angioletta, nasce tra il 1838 e il 1839 da Davide Pertusi (che muore nel 1872) e da Luigia Bersani che deve essere invece morta giovane. Carolina ha due sorelle: Chiara e Annunciata.
La madre Luigia è morta giovane, ma ha ben otto tra fratelli e sorelle. Carolina pare essere stata molto seguita in particolare da uno questi fratelli: lo zio materno rag. Carlo Bersani.
Quando il rag. Carlo Bersani residente a Milano, in via Monforte 46, di 75 anni, muore il 12 novembre 1885, viene aperto il suo testamento, steso nel 1883, una cui parte recita:

"Atteso la morte di mia sorella Chiara avvenuta nello scoro (sic) anno in Brescia, trovo di annullare la precedente disposizione stesa fino dal passato anno 1873 trovandomi però ancora sano di mente e di corpo.
I miei funerali tanto civili che ecclesiastici saranno modesti. Lascio erede, del mio poco peculio e dei miei mobili la mia nipote Carolina Pertusi maritata Brugnatelli figlia della predefunta mia sorella Luigia Bersani, che sempre con me convisse e da me allevata ed educata.
La detta mia erede continuerà a prestare a mia sorella Maria lo stesso trattamento da me usato; di più si pagheranno trecento lire annue per i suoi bisogni personali, da corrispondersi in via anticipata di trimestre in trimestre, ben inteso, oltre il suo mantenimento, ed il suo mobiglio necessario.
Alla altra mia nipote Annunciata maritata Rainoldi, ora vedova, lascio Lire cinquemila dico £ 5000 per una sol volta da pagarsi alla medesima sei mesi dopo la mia morte senza decorrenza di interessi e di spese.
Ed alla nipote Chiara, già fornita di sufficienti mezzi di sussistenza, lascio per mia memoria il quadro che trovasi nella sala che rappresenta la Signora di Monza.
Alla donna che si troverà al mio servizio lascio lire venticinque, £25, annue moltiplicate per tutti gli anni che avrà prestato al mio servizio presso di me, ben inteso anni completi."

Appare evidente che la mamma di Angioletta, Carolina, era la nipote preferita, o la più bisognosa, pur essendo una quarantaseienne, sposata a un chimico farmacista titolare di una farmacia in pieno centro di Milano. La nipote Chiara, quella che riceve il quadro, appare decisamente la meno bisognosa "fornita di sufficienti mezzi", sempreché non ci fossero dietro diatribe che non conosciamo tra lei e lo zio Carlo. Dell'altra sorella, Annunciata, vedova Rainoldi, pure zia materna della nostra Angioletta, dirò qualcosa nei prossimi giorni.

Tutto questo avveniva nel 1885, un paio di anni prima che la nostra Angioletta iniziasse a compilare il proprio diario.

Oltre ai documenti cartacei che ho in parte trascritto si possono trovare informazioni su Carlo Bersani in rete qui:
Ufficio Registro Successioni di Milano dall'Archivio di stato Milano e qui:
Ufficio Registro Successioni di Milano dal sito dell'Università Bocconi. In questo secondo sito troviamo le stesse informazioni di cui sopra, ma con in aggiunta l'entità dell'eredità del rag. Carlo Bersani, ovvero 37.429,06 lire.

mercoledì 16 gennaio 2008

16 Gennajo 1888 - s. Marcello

Eccoli gli unici due appunti datati l887 sul diario di Angioletta che poi verrà redatto con maggiore costanza nel 1888.

2 Agosto 1887 - s. Maria degli Angeli
Ieri sera gran ridere in occasione della domanda di matrimonio fatta dal Sig.r Bolis ed in modo così drammatico ed esaltato che tutti ne abbiamo riso di cuore. fui però un po' troppo scortese ma dipende dal mio benedetto carattere.

Trattasi di sonoro due di picche al Bolis, personaggio che poi non tornerà più a essere citato (e comprendiamo anche lui, se non si è fatto più vedere) quindi non ne sappiamo molto di più. Forse Angioletta aveva già in mente il Sig. Pietro con cui si bacerà pochi mesi dopo? O semplice mancato gradiemento del Bolis? L'annotazione è strana perché si trova tra due note del 1888, ma si nota una scrittura più larga e un inchiostro leggermente diverso, quindi è plausibile che sia stata scritta l'anno prima, ma la data dell'anno è corretta 1888 viene cancellato e corretto in 1887, il che suona anche un po' strano. Va poi detto che la parte "fui però un po' troppo scortese ma dipende dal mio benedetto carattere." è stata aggiunta a matita in fondo, chissà quanto tempo dopo, come ad addolcire la decisione di rigetto del Bolis. Chissà poi chi erano i "tutti" che risero davanti alla proposta enfatica del Bolis: solo i genitori che spalleggiano la diciannovenne Angioletta? Il fratellino? I domestici?


6 Settembre - s. Zaccaria profeta 1887
Oggi feci i ritratti vestita da zingara riusciti splendidamente

Questa annotazione è tutta a matita, ormai quasi illeggibile. C'è la data dell'anno 1887, pure scritta a matita, coperta da quella del 1888 con l'inchiostro della nota del giorno prima. A questa nota segue una nota relativa al 1888 con la data 1888 scritta nuovamente. Non so se fosse di moda fare foto con i vestiti da zingara, certo è curioso, tenendo anche conto che siamo a settembre e non a carnevale. Evidentemente l'immagine degli zingari non era così decaduta anche se, ad esempio, nel Trovatore, che è del 1853, si raccontano vicende terribili, protagoniste una "Abbietta zingara" e sua figlia Azucena. Purtroppo tra le poche immagini di Angioletta, non sono rimaste queste foto in abito gitano.

martedì 15 gennaio 2008

15 Gennajo 1888 - s. Mauro abate

Il diario di Angioletta è annotato abbastanza ordinatamente dal 4 febbraio all'8 settembre 1888.
Come si vede nella foto pubblicata il 12 gennaio, sull'agendina c'è poco spazio per ogni giorno quindi Angioletta è portata a scrivere, presumibilmente prima di andare a dormire, solo poche righe di riepilogo della giornata.
Dopo l'8 settembre il diario però non finisce, anzi Angioletta sarà in viaggio dal 12 al 21 settembre e perciò avrà da scrivere molto più del solito. Così le pagine prestampate non bastano e Angioletta si troverà a scrivere di seguito, superando i margini dei giorni e indicando la data a mano.
Veramente anche prima del viaggio in qualche altra occasione lo spazio del giorno non basta e allora Angioletta utilizza i margini sopra la data o le cinque pagine che l'agenda prevedeva per le "annotazioni".
I giorni 2 agosto e 6 settembre però Angioletta li trova già in parte occupati, perché aveva già scritto qualcosa l'anno prima, nel 1887. Capita di consumare un'agenda con un paio di appunti e poi di riprenderla in mano l'anno dopo per riutilizzarla: d'altra parte l'agenda era generica, i giorni della settimana non erano specificati e l'anno si doveva porre a mano. Insomma ci troviamo di fronte a una sorta di "prequel". Cosa succede quindi ad Angioletta il 2 agosto e il 6 settembre 1887, quattro e cinque mesi prima dei baci al signor Pietro? Ve lo racconto domani.

lunedì 14 gennaio 2008

14 Gennajo 1888 - s. Dazio arcivescovo

Per ricostruire la vita di Angioletta, oltre al diario, ho sfruttato prima di tutto circa 150 documenti che si trovavano nello stesso cassetto del diario: contratti, successioni, lettere, ritagli di giornale, fogli di congedo e altro, tutti appartenuti ad Angioletta e spesso, prima di lei, ad altre persone della famiglia.
Poi ho fatto, occasionalmente qualche ricerca presso il Comune di Milano, l'Archivio Storico Diocesano di via S. Calimero o l'Archivio di Stato.

Un'altra fonte molto interessante sono le pubblicazioni dell'epoca, in particolare i periodici. Devo ammettere che ho una particolare passione per i periodici online. Finora però sono riuscito a trovare solo tre emeroteche virtuali interessanti:
1) l'Emeroteca Braidense (che a oggi ha 861 periodici quasi tutti lombardi tra XIX e XX sec.)
2) l'Emeroteca virtuale Toscana (32 periodici e 5 quotidiani toscani XIX e XX sec.)
3) l'Emeroteca Digitale della Biblioteca Augusta di Perugia (23 testate XIX e XX sec.)
Consiglio a tutti di farci un giro. Per la Braidense c'è da installare un plug-in e occorre fare un po' di pratica, ma lo sforzo sarà ripagato.
Purtroppo tra le 861 testate lombarde non c'è il Corriere della Sera o La Perseveranza (i due quotidiani più diffusi all'epoca a Milano, credo). Però vi si trovano delle splendide guide di Milano, con cui avremo spesso a che fare. Per ora basti dire che nella Guida di Milano per l'anno 1888 della Tipografia Bernardoni" nell'elenco delle farmacie di Milano si trova anche la Farmacia Brugnatelli, di Giuseppe, il papà di Angioletta, in via Torino, 4.

13 Gennajo 1888 - s. Ilario p.


Che cosa rappresenta questa lista che compare sulla prima pagina del diario? Sembra un elenco di titoli, ma titoli di cosa?

Forse di poesie, o di racconti di stampo deamicisiano (Cuore era stato pubblicato meno di due anni prima). O, chissà, canzoni.


Le ricerche in internet sono state infruttuose.

E' stato scritto sfruttando la pagina bianca, senza date, prima del primo Gennajo, ma quando? Non lo sappiamo, o magari potremmo dedurlo dal tipo di inchiostro (nel corso dei mesi Angioletta utilizza inchiostri di diverso colore) indagheremo. In ogni caso la lista è questa (splendido in particolare il secondo titolo):

La vita è una lotta.
Povero e pur patriota.
Una croce in camposanto
La partenza del coscritto.
Quel che si vede dalla mia finestra
Ei non è più!
La morte di una cara persona
La notte. - Descrizioni e pensieri
Un tramonto sul lago.
L'ultima raccomandazione del Nonno.
La vedova.
Cadon le foglie.
Il lampo della vita
Ritorno dell'esule lombardo.
Passeggiando
In soffitta.
Il più bel giorno della vita.
L'ultimo foglio del calendario.
La tomba paterna.

sabato 12 gennaio 2008

12 Gennajo 1888 - s. Massimo


Dal 12 al 19 gennaio 1888 Angioletta non scrive nulla sul proprio diario e allora ne approfittiamo per un po' di notizie e di istruzioni per l'uso.

Non preoccupatevi: cercherò di limitare al massimo i miei interventi nella pagina del blog e di concentrarli tutti nei - pochi - giorni buchi, come questi. Perché siano distinti al volo, i miei post saranno in corsivo. Gli altri giorni scriverò, quando serve, il primo commento a ogni post di Angioletta.

E allora partiamo da qui: alcuni dei commenti al primo post ipotizzano che tutta l'operazione possa essere un falso. Beh, sarebbe stata un'operazione divertente, quasi situazionista, ma anche un po' faticosa, soprattutto per l'opera di mimesi richiesta. Sarei caduto inevitabilmente in penosi anacronismi, non essendo uno storico di professione. Anche tener vivo ancora per qualche giorno il dubbio "vero-non vero" avrebbe potuto stuzzicare, ma anche fuorviare e alla lunga stancare. No, Angioletta e il suo diario esistono davvero e la foto che pubblico oggi, relativa al post di ieri, dovrebbe testimoniarlo. Questo deluderà forse qualcuno, ma le cose stanno così.

Alcuni ipotizzano che l'idea del falso sarebbe nata dopo aver saputo del blog di Henry Lamin. Sembra quasi ovvio, ma non è andata così. Aspettavo che arrivasse l'11 gennaio per iniziare precisamente 120 anni dopo e sincronizzare la pubblicazione giorno per giorno del diario. Sei giorni prima del varo il Corriere della Sera parla del blog di Henry, aperto peraltro il 25 luglio 2007. La modalità di pubblicazione è la medesima, cioè giorno per giorno, ma in quel caso si tratta di lettere (dal fronte) e non di diario e gli anni sono 90 e non 120. Però è proprio vero che le idee sono nell'aria.

Quindi tutto ciò che sarà in carattere normale sarà frutto della trascrizione, il più possibile puntuale, errori compresi, del diario di Angioletta, in corsivo i miei interventi. L'unico "falso" è il profilo di Angioletta, palesemente scritto da me. Cioè le informazioni sono vere, ma l'utilizzo della prima persona è un espediente letterario.

Per oggi può bastare, rischio di annoiare, ma domani vi racconto di un misterioso elenco di titoli scritto sulla prima pagina del diario, cioè sul retro della copertina, proprio di faccia alla pagina del primo gennaio.

venerdì 11 gennaio 2008

Mercoledì 11 gennajo 1888 - s. Iginio

Impressione incancellabile provata questa sera mentre ballavo di parecchi baci ricevuti dal Signor Pietro e la restituzione di uno di questi a lui che tanto le voglio bene. Quanta emozione!……




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Persone: Pietro (Piero)

Nota: questo è apparentemente il primo appunto sul diario di Angioletta: a parte l'elenco di titoli della seconda di copertina, i giorni dal 1 al 10 gennajo sono stati lasciati vuoti. Poi il giorno 1 (mercoledì 11 gennajo 1888 - l'anno è aggiunto a mano) compare questo appunto molto passionale. Analizzando meglio il diario ci accorgeremo che ci sono alcuni appunti (uno, forse due, forse di più, relativi all'anno precedente: a quanto pare quindi, a gennaio 1888 Angioletta ha iniziato ad utilizzare un diario in piccola parte già usato).

Il diario è stato pubblicato in questo blog a partire dall'11 gennaio fino a settembre 2008: a distanza esatta di centoventi anni dalla sua stesura, una nota al giorno, come per seguire il passo di Angioletta. Attualmente è pubblicato per intero, quindi è possibile leggerlo integralmente senza attendere gli aggiornamenti quotidiani.