mercoledì 20 febbraio 2008

Lunedì 20 febbrajo 1888 - s. Zenobio

Partenza di Carletto e dei Signori Roncari ed anniversario della morte della povera Zia. Questa mattina Pietro venne di sopra a bere il caffè in mia compagnia e mi fece tanti baci. Di giorno poi andammo al cimitero e dalla Zia Cia. Sulla tomba della Zia giurammo entrambi fedeltà ed amore. Alla sera venne Carletto Bianchi ed io scioccamente senza badare al dispiacere che avrei dato al mio Pietro, giocai a dama con lui. La causa del suo mal di capo questa sera fui io stessa quale rimorso!…


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4 commenti:

Clodovea ha detto...

Possessivo, questo Pietro! A meno che "giocare a dama" non sia un espressione gergale dell'epoca per intendere un sottile gioco di seduzione, con il Carletto in questione nel ruolo del cicisbeo... :-)

Marco Ardemagni ha detto...

Ehi Carletto: giù le dame da mia bisnonna!
Chi sia il Bianchi lo deduciamo da un atto di notorietà del novembre 1885 in cui compare come testimone indicato dalla madre di Angioletta, sempre per l'assegnazione dell'eredità dello zio (della madre) Carlo Bersani: Bianchi Carlo fu Gerolamo di anni 27 nato a Chignolo Po a Chignolo Po domiciliato in Milano Via Solferino N° 7 Ingegnere. Quindi nel 1888 il Carletto Bianchi, il nostro giocatore di dama, dovrebbe essere un ingegnere trentenne.

Marco Ardemagni ha detto...

La zia di cui cade l'anniversario della morte è una zia della madre di Angioletta, una sorella di Carlo Bersani: Maria Bersani che muore il 20 febbraio 1887. Vedi l'albero pubblicato il
22 Gennajo.
La zia Maria abitava in via Torino al 2, il civico prima di quello dove abitava Angioletta con la famiglia.
Nel testamento di Carlo Bersani, che lasciava quasi tutto alla sua nipote Carolina Pertusi, la madre di Angioletta, un po' trascurando le altre due sorelle Pertusi, era previsto anche l'obbligo di provvedere alla propria sorella Maria. E quindi la madre di Angioletta dal 1885 al 1887 aveva mantenuto la zia Maria con i fondi dell'eredità di Carlo Bersani.

Giovanni Fontana ha detto...

Succede ancora, cento vent'anni dopo.