domenica 20 aprile 2014

Il quaderno di Emma - Pagina 63

La nostra conoscenza, Signorina, fu rapida come
il volo dell'uccello smarrito, che come narra una vecchia
leggenda inglese, solcò, in una notte piovosa, la sala sfol_
gorante del prode re di Nortumberland. Ma noi non la
dimenticheremo così presto la bruna fanciulla dall'occhio
profondo, dalla voce dolce e armoniosa; la bruna fan_
ciulla, che nel pallore del viso ha scolpita la storia di
un dolore senza confine, e dal cui sguardo traluce la
mesta poesia de' ricordi.

            Menaggio 1°. ottobre 1893

                                                 Giacinto e Costanza Romani


Nota: Un'altra dedica ad Emma, ancora da Menaggio nell'ottobre 1893 da parte di una coppia, Giacinto e Costanza Romani, che l'ha frequentata, a quanto pare, per poco tempo. Curiosa la citazione del prode re di Nortumberland. Ma qual è il dolore a cui fa riferimento la coppia? Sappiamo che Emma ha perduto il padre nel 1888, e che poi sarà già vedova nel 1905. Ma qui non sembra ancora nemmeno fidanzata. Che il riferimento sia alla madre, Lucia, di cui nulla sappiamo se non che nel 1888 era ancora viva? Oppure ad altro dolore?

Giacinto Romani potrebbe essere lo storico, paleografo, docente di storia moderna a Messina e Pavia, (dove è ricordato come un riformatore degli studi di storia moderna e medievale, sulla Signoria, sul potere temporale della Chiesa) nato a Eboli nel 1854 e morto a Milano nel 1920, di cui si parla qui il che è reso particolarmente plausibile dal fatto che, negli stessi luogo e data, a pagina 43, un altro professore di Pavia, Giovanni Zoja, scriveva sul quaderno di Emma. Che si trattasse di una gita al lago di una comitiva di docenti pavesi?

 

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